Usò entrambe le mani. Le fece correre su uno scaffale dopo l'altro. E scoppiò a ridere. [...] passò vari minuti ad andare con lo sguardo dagli scaffali alle proprie dita. Quanti libri aveva toccato? Quanti ne aveva sentiti? [...] Era come una magia, come la bellezza. {M.Z.}

martedì 26 marzo 2019

Recensione: "Addio fantasmi" di N. Terranova




.Addio fantasmi.
di Nadia Terranova


indifferente

Titolo: Addio fantasmi
Autore: Nadia Terranova
Editore: Einaudi
Pagine: 208
Prezzo di copertina (flessibile): 17,00 €
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Una casa tra due mari, il luogo del ritorno. Dentro quelle stanze si è incagliata l'esistenza di una donna. Che solo riattraversando la propria storia potrà davvero liberarsene. Nadia Terranova racconta l'ossessione di una perdita, quel corpo a corpo con il passato che ci rende tutti dei sopravvissuti, ciascuno alla propria battaglia. Ida è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l'ha richiamata in vista della ristrutturazione dell'appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l'ha segnata quando era solo una ragazzina. Ventitre anni prima suo padre è scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e non è piú tornato. Sulla mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un'identità fondata sull'anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme. Specchiandosi nell'assenza del corpo paterno, Ida è diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto verso ogni forma di desiderio. Ma ora che la casa d'infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.


Vi avviso che questa recensione sarà un po' controcorrente rispetto a tutte le altre che ho letto di questo romanzo. Addio fantasmi è tra i dodici finalisti del Premio Strega e in lungo e in largo se ne cantano le lodi. Io stessa l'ho iniziato con le aspettative alle stelle [ricordate questo post?], eppure...
Una grandissima delusione, lo devo ammettere.
La trama e il tipo di storia raccontata avevano tutte le carte in regola per farmi innamorare del romanzo, ma il modo in cui tutto è stato messo su carta non è riuscito a soddisfarmi.
Confesso anche di aver faticato ad arrivare all'ultima pagina e che se il libro fosse stato più voluminoso probabilmente avrei abbandonato la lettura a metà.
Come avrete capito, dunque, per me il problema è stata la scrittura. Ci sono alcuni paragrafi davvero molto belli, ma sono troppo pochi e troppo corti per prevalere sui problemi che ho riscontrato.


Subito la casa mi richiamò a sé.
La stanza dove avevo dormito, giocato, studiato era rimasta ferma nel tempo; pavimento e mura erano occupati dal magma degli oggetti fuoriusciti dallo stanzino sul terrazzo, che mia madre aveva svuotato prima del mio arrivo. Una camera morta, invasa dai flutti dei ricordi.

A volte l'autrice si perde troppo in giri di parole, davvero troppo, e in questo modo il testo non è riuscito a mantenere alta la mia attenzione. Mi sono persa tra frasi ingarbugliate e forzate, e ho perso concentrazione su quello che conta davvero: i fatti e, soprattutto, le emozioni della protagonista.
Mi rendo conto che forse con questa scrittura ricca e sfarzosa si voleva mettere l'accento proprio su ciò che accadeva nei pensieri di Ida, ma dal mio punto di vista è successo il contrario. Personalmente avrei preferito qualcosa di più semplice e lineare perché tutti quei giri di parole mi hanno distratto dalla riflessione e dall'assimilazione di ciò che avviene nella testa della protagonista, i suoi fantasmi.
A queste considerazioni aggiungo che alcuni dialoghi, soprattutto quelli tra Ida e la madre, sono totalmente irrealistici, tanto da essermi sembrati grotteschi e surreali.


Negare ciò che si è stati, tramutarsi in qualcosa di differente e poi dimenticare di averlo desiderato - non c'era altro modo per diventare adulti, e se c'era non lo conoscevo.

Un'altra cosa che ho trovato molto fastidiosa è stata il calcare troppo sui pensieri ossessivi della protagonista riguardanti la figura del padre. So che il libro è basato su questo, ma ribadire le stesse cose in ogni singola riga diventa pesante. Quando si espone un concetto per trecentomila volte, esprimendo sempre le stesse riflessioni ma con parole diverse, alla fine non è più interessante.


Mia madre avrebbe voluto ricevere da me il seguente messaggio: stai tranquilla, la sparizione del padre non è colpa di nessuno, non è colpa tua. Ma, a differenza sua, io non pensavo che nessuno avesse colpe: pensavo che le avessimo tutti.

Onestamente avrei preferito quindi che l'autrice avesse spostato di più l'attenzione sulle altre relazioni importanti nella vita di Ida, come quella con la madre e quella con il marito, infatti i miei capitoli preferiti sono quelli che riguardano i retroscena tra Ida e Sara, sua amica d'infanzia.

Non me la sento di sconsigliarvelo addirittura, perché come vi dicevo all'inizio si tratta di un romanzo molto apprezzato e non escludo che il "problema" sia mio. Però io qui sono sempre sincera e questa è la mia opinione. 


Se anche voi lo avete letto, fatemi sapere il vostro parere :)


3 commenti:

  1. Ricordo il post e ricordo che mi avevi incuriosita, ma... no. Oltre al fatto che non è un genere che mi piace leggere, la ripetitività è una cosa che detesto ^^"

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