Usò entrambe le mani. Le fece correre su uno scaffale dopo l'altro. E scoppiò a ridere. [...] passò vari minuti ad andare con lo sguardo dagli scaffali alle proprie dita. Quanti libri aveva toccato? Quanti ne aveva sentiti? [...] Era come una magia, come la bellezza. {M.Z.}

venerdì 10 marzo 2017

Recensione: "Fair Play" di Tove Jansson



.Fair Play.
di Tove Jansson

Ringrazio la casa editrice Iperborea per avermi inviato una copia di questo romanzo :)


bello

Titolo: Fair Play
Titolo originale: Rent spel
Autore: Tove Jansson
Editore: Iperborea
Pagine: 148
Traduzione: K. De Marco
Prezzo di copertina (flessibile): 15,00 €
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Mari e Jonna, due artiste, due atelier ai capi opposti di un grande edificio sul porto di Helsinki, e una casetta condivisa su una piccola isola solitaria davanti al mare aperto. Le loro personalità si scontrano e si confrontano attraverso dialoghi sagaci e silenzi che non hanno bisogno di parole, unite da un’urgenza creativa che riesce ogni volta a gettare una luce nuova sulle cose e sulla natura umana, a trasformare la quotidianità in una riserva di piccole epiche fuori dall’ordinario e di inattese rivelazioni. Con la sua finezza di lingua e di sguardo, capace di cogliere il significato racchiuso nel gesto più semplice, Tove Jansson traduce in un gioiello letterario il rapporto con la donna con cui ha condiviso quarant’anni di lavoro e di vita, in un equilibrio lieve e rivoluzionario, all’insegna di quella libertà che accompagna una riuscita storia d’amore.


Un romanzo fuori dal comune, senza ombra di dubbio. Una lettura diversa dalle solite, che però è riuscita lo stesso a colpirmi e piacermi. Non esiste una trama vera e propria, si tratta di momenti di vita di due donne ormai in là con l'età, Jonna e Mari, che dividono una casa, un'isola, la vita. Due personaggi davvero particolari, a cui l'autrice ha affidato tutto.

Una volta a Mari era capitato di constatare: "Tu fai solo quello che hai voglia di fare." - "Ma certo", aveva risposto Jonna. "È ovvio."

Ho trovato bellissima la descrizione del rapporto tra queste due donne, il modo in cui impariamo a conoscerle singolarmente e insieme, anche attraverso l'aiuto di alcuni elementi esterni.
Sicuramente i capitoli che ho preferito sono stati quelli relativi ai loro viaggi, e quasi avrei preferito che l'intero romanzo fosse un racconto di questi.
E poi c'è l'arte, sempre presente, sotto varie forme. Per Mari e Jonna, l'arte è vita, non potrebbero mai farne a meno, non vorrebbero mai farne a meno. Il rapporto che entrambe hanno con l'arte è meraviglioso e le loro discussioni a riguardo mi hanno sempre strappato un sorriso.

Davanti allo specchio, davanti al proprio volto, pensò con improvvisa amarezza che così non si può continuare, con quei racconti che non vengono mai finiti e vanno avanti in eterno, riscritti e scartati e ripresi in mano, tutte quelle parole che vengono spostate e cambiate, e io che non mi ricordo più com'erano ieri e che fine hanno fatto oggi, non ne posso più!




C'è una profonda dolcezza che pervade ogni pagina. Non avevo mai letto nulla di Tove Jansson, nonostante in Finlandia sia molto conosciuta e apprezzata, e sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo suo stile cristallino che però è in grado di regalare emozioni con così tanta semplicità. Di certo leggerò altro di questa autrice.
Il finale mi è piaciuto talmente tanto che non ho parole. L'ultimo capitolo, quelle poche pagine, che danno un senso al tutto e ci spiegano, con poche parole, come funzionano l'amore e la vita. Splendido.
Menzione speciale anche alla postfazione scritta da Ali Smith, molto interessante.




Consigliato!



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