Usò entrambe le mani. Le fece correre su uno scaffale dopo l'altro. E scoppiò a ridere. [...] passò vari minuti ad andare con lo sguardo dagli scaffali alle proprie dita. Quanti libri aveva toccato? Quanti ne aveva sentiti? [...] Era come una magia, come la bellezza. {M.Z.}

martedì 29 marzo 2016

Daniel Pennac a teatro con "Journal d'un corps": il mio parere sullo spettacolo


Mercoledì 23 marzo sono stata al Teatro Argentina, a Roma, con Bri di Se stasera siamo qui. Andava in scena "Journal d'un corps", adattamento teatrale di "Storia di un corpo", scritto da Daniel Pennac. L'adattamento è stato curato e interpretato dallo scrittore stesso.

Qui di seguito vi lascio alcune informazioni prese da questo link ufficiale, e poi il mio parere :)


Journal d'un corps - Storia di un corpo
di e con Daniel Pennac
regia: Clara Bauer
scene, luci e costumi: Oria Puppo
animazione video: Johan Lescure
musiche: Jean-Jacques Lemêtre
spettacolo in lingua originale (francese) con sopratitoli in italiano
durata: 1 ora e un quarto

Daniel Pennac porta in scena la lettura-teatrale dal suo romanzo Journal d’un corps, Storia di un corpo, il diario che un uomo tiene degli stati successivi del suo corpo dai 12 agli 87 anni. Sul palcoscenico prende forma il diario delle sorprese che il suo corpo, nell’arco di una vita intera, fa alla sua mente. Come testimoniare la realtà di questa macchina fisica con cui ognuno di noi si compone, durante tutta la propria esistenza? Con Journal d’un corps, Pennac decide di portarci sul terreno delle secrezioni, dei dolori e degli umori. Nella forma di un checkup di lungo corso, il diario di bordo che lui presta all'eroe del suo romanzo ha, come oggetto primario, l’involucro carnale che ci serve da veicolo dal primo vagito fino all’ultimo sospiro. Un nuovo manuale del saper vivere destinato a tutte le generazioni.


Il mio parere:
Semplicemente meraviglioso. Naturalmente non temevo d'essere delusa, ma neppure mi aspettavo un spettacolo così coinvolgente e... bello. Può sembrare una parola banale, soprattutto perché negli ultimi tempi si usa un po' troppo a sproposito, ma la profonda bellezza delle parole e dell'interpretazione di questa storia mi hanno colpita tantissimo. 

C'è molta ironia, il senso dell'umorismo di Pennac traspare completamente, eppure allo stesso tempo è riuscito a commuovermi in più di un passaggio. Sia io che Bri siamo state piacevolmente sorprese nel constatare quanto Pennac sia un bravo attore. Parlando del corpo dodicenne, si sedeva sul tavolo con un saltello, mentre parlando del corpo settantenne, con fatica si alzava dalla sedia. E dunque ha parlato non solo con le parole, ma anche con i movimenti. Non si è trattato soltanto di una lettura (come pensavamo), ma di una vera e propria interpretazione, un monologo con pochissimi oggetti di scena: una sedia, uno sgabello, un tavolo. Nient'altro è servito per coinvolgerci.

Si parla di sentimenti e di semplice vita quotidiana con un'onestà disarmante. Un'esperienza unica. Non ho ancora letto il romanzo (anche se conosco l'autore per altre opere) e spero di riuscire a farlo il prima possibile.
 

2 commenti:

  1. Devo leggere qualcosa di Pennac. Che poi manco sapevo fosse ancora vivo (mi sento una capra..forse lo sono).

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