di Ursula K. Le Guin
bello
Titolo: I reietti dell'altro pianeta
Titolo originale: The Dispossessed: an ambiguous utopia
Autore: Ursula K. Le Guin
Editore: Mondadori
Pagine: 340
Traduzione: R. Valla
Prezzo di copertina (flessibile): € 10,00
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"C'era un muro... Come ogni altro muro, anch'esso era ambiguo, bifronte. Quel che stava al suo interno e quel che stava al suo esterno dipendevano dal lato da cui lo si osservava." Sui dei fronti del muro, due pianeti gemelli, Urras e Anarres, illuminati da uno stesso sole ma divisi da una barriera ideologica antica di secoli. Urras è fittamente popolato, tecnologicamente avanzato, ricco, florido, retto da un'economia liberista. Da qui sono partiti nella notte dei tempi i seguaci di Odo che hanno colonizzato l'arido Anarres, fondandovi una comunità anarchico-collettivista che non conosce concetti come proprietà, governo, autorità. In questa società apparentemente perfetta nasce Shevek, genio della fisica alle prese con un'innovativa teoria del tempo, un vero "cittadino del cosmo" che dedicherà la vita ad abbattere il muro che separa da sempre i pianeti gemelli. Un'ambigua utopia, come recita il sottotitolo originale del romanzo, "I reietti dell'altro pianeta" è una narrazione che, fingendo di parlare del futuro, racconta il mondo di oggi.
Era da tantissimo tempo che desideravo leggere qualcosa di Ursula K. Le Guin. Possiedo anche il volume unico con i cinque romanzi della saga di Earthsea, di genere fantasy, ma ho preferito iniziare con questo libro di fantascienza. E mi ha lasciata piuttosto soddisfatta!
Non lo ritengo proprio un capolavoro del genere, la storia è piuttosto semplice anche se ho apprezzato molti dettagli, le ambientazioni e la cultura dei due popoli descritti.
Per l'appunto, l'ambientazione fantascientifica l'ho trovata davvero ottima, con le descrizioni giuste e i giusti spunti di riflessione.
A deludermi un po' sono stati i personaggi, molto piatti. Il protagonista è decisamente scritto meglio, ma comunque non è riuscito a conquistarmi, sebbene il racconto sia dal suo punto di vista. Sapete che i personaggi sono il mio punto debole e influiscono molto sul mio livello di gradimento del romanzo.
Anche per quanto riguarda la storia in sé e gli eventi non sono riuscita ad appassionarmi tanto quanto avrei voluto. In sostanza, non accade nulla. Le cose si movimentano un po' solo verso la fine però nei primi tre quarti di romanzo mi è venuto spesso da chiedermi quale fosse lo scopo di quella storia, anche se i flashback su Anarres li ho apprezzati tanto, erano molto più interessanti delle vicende ambientate nel presente!
Non è un romanzo che sconsiglio, perché dopotutto mi è piaciuto. Lo stile dell'autrice è molto bello, non annoia mai, nemmeno nelle descrizioni un po' più lunghe e pratiche.
Non lo ritengo proprio un capolavoro del genere, la storia è piuttosto semplice anche se ho apprezzato molti dettagli, le ambientazioni e la cultura dei due popoli descritti.
Per l'appunto, l'ambientazione fantascientifica l'ho trovata davvero ottima, con le descrizioni giuste e i giusti spunti di riflessione.
Shevek [...] per poco non disse: "Lavorare la merda" ma ricordò il tabù iotico sulle parole scatologiche. Aveva riflettuto, fin dai primi tempi della sua permanenza su Urras, sul fatto che gli Urrasiani vivevano tra montagne di escrementi, eppure non nominavano mai la merda.
A deludermi un po' sono stati i personaggi, molto piatti. Il protagonista è decisamente scritto meglio, ma comunque non è riuscito a conquistarmi, sebbene il racconto sia dal suo punto di vista. Sapete che i personaggi sono il mio punto debole e influiscono molto sul mio livello di gradimento del romanzo.
Anche per quanto riguarda la storia in sé e gli eventi non sono riuscita ad appassionarmi tanto quanto avrei voluto. In sostanza, non accade nulla. Le cose si movimentano un po' solo verso la fine però nei primi tre quarti di romanzo mi è venuto spesso da chiedermi quale fosse lo scopo di quella storia, anche se i flashback su Anarres li ho apprezzati tanto, erano molto più interessanti delle vicende ambientate nel presente!
Non è un romanzo che sconsiglio, perché dopotutto mi è piaciuto. Lo stile dell'autrice è molto bello, non annoia mai, nemmeno nelle descrizioni un po' più lunghe e pratiche.
Promosso :)
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