Titolo: Fate a New York
Titolo originale: The Good Fairies of New York
Autore: Martin Millar
Editore: Fazi
Pagine: 268
Traduzione: L. Olivieri
Prezzo di copertina (flessibile): 12,50 €
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Morag e Heather, due fatine punk scozzesi, si ritrovano catapultate a New York, nell'appartamento di Dinnie, il peggior violinista del mondo. Rinnegate dalla propria madrepatria per il loro rifiuto dei dogmi dell'essere fata e per aver tentato di sovvertire l'ordine del mondo delle fate suonando i riff dei Ramones sulle loro arpe, non vedono l'ora di godersi la loro ritrovata libertà. Ma il piano si rivela più difficile di quanto sembra e le due intruse sono presto costrette a scappare dalle gang di fate italiane, cinesi e nere che bazzicano dalle parti di Central Park. L'autore riesce a tessere una tela che collega storie diverse, mescolando l'umorismo a una personalissima e tagliente critica sociale.
Non ho proprio potuto fare a meno di dare la massima valutazione in stelle, perché... ho amato tutto di questo romanzo. Non c'è una sola cosa che non mi sia piaciuta o che cambierei.
Prima di parlarvene, però, una breve premessa: conoscevo già l'autore perché ho letto Ragazze Lupo e Vex e Kalix, che come questo romanzo sono degli urban fantasy, ma parlano di lupi mannari anziché di fate. Ho amato questi due libri e lo stile di Millar, infatti volevo leggere Fate a New York da secoli, davvero. Peccato che sia praticamente introvabile. Non è neppure ordinabile su Amazon o su IBS. Vergognoso, considerando che si tratta di un piccolo capolavoro, come dice anche Neil Gaiman nella bellissima introduzione. Nonostante questo, voglio parlarvene comunque, perché potreste essere fortunati come me e trovarlo ad un mercatino dell'usato. Potete immaginare i miei salti di gioia quando Sassy me lo ha sventolato davanti al viso mentre eravamo "a caccia"!
Non manca proprio nulla in questo romanzo. Ci sono varie storie parallele, che vedono come protagonisti non solo le fate, ma anche alcuni umani, e persino uno spirito. È interessante vedere come Millar sia riuscito sempre a collegare tutte queste vicende tra loro in maniera divertente, commovente e mai forzata.
Il linguaggio è molto crudo e si passa bruscamente da violini e fiori a sesso e morte. Kerry, una degli umani protagonisti, è una ragazza con una grave malattia, ed è un dettaglio sempre presente, che ci viene ricordato in molti momenti e con molta semplicità. In più l'intera storia nasconde (senza troppo impegno) una denuncia nei confronti del sistema sanitario americano, calcando la mano sui tanti barboni che muoiono in strada a NY, uno scenario che ha lasciato ben scioccate delle ingenue fatine di campagna.
E sono proprio le fate, naturalmente, il punto forte del romanzo. Non solo a livello di personaggi individuali (sono tratteggiate benissimo: dolci, irriverenti, buone, dispettose...) ma anche per quanto riguarda la trama delle loro storie. Ci sono fate di svariate nazionalità (tra cui cinesi e italiane, direttamente da Chinatown e Little Italy!) e sanguinose guerre tra clan...
Cosa dirvi? Io ho adorato tutto, ogni singola parola.
Prima di parlarvene, però, una breve premessa: conoscevo già l'autore perché ho letto Ragazze Lupo e Vex e Kalix, che come questo romanzo sono degli urban fantasy, ma parlano di lupi mannari anziché di fate. Ho amato questi due libri e lo stile di Millar, infatti volevo leggere Fate a New York da secoli, davvero. Peccato che sia praticamente introvabile. Non è neppure ordinabile su Amazon o su IBS. Vergognoso, considerando che si tratta di un piccolo capolavoro, come dice anche Neil Gaiman nella bellissima introduzione. Nonostante questo, voglio parlarvene comunque, perché potreste essere fortunati come me e trovarlo ad un mercatino dell'usato. Potete immaginare i miei salti di gioia quando Sassy me lo ha sventolato davanti al viso mentre eravamo "a caccia"!
Non manca proprio nulla in questo romanzo. Ci sono varie storie parallele, che vedono come protagonisti non solo le fate, ma anche alcuni umani, e persino uno spirito. È interessante vedere come Millar sia riuscito sempre a collegare tutte queste vicende tra loro in maniera divertente, commovente e mai forzata.
Il linguaggio è molto crudo e si passa bruscamente da violini e fiori a sesso e morte. Kerry, una degli umani protagonisti, è una ragazza con una grave malattia, ed è un dettaglio sempre presente, che ci viene ricordato in molti momenti e con molta semplicità. In più l'intera storia nasconde (senza troppo impegno) una denuncia nei confronti del sistema sanitario americano, calcando la mano sui tanti barboni che muoiono in strada a NY, uno scenario che ha lasciato ben scioccate delle ingenue fatine di campagna.
E sono proprio le fate, naturalmente, il punto forte del romanzo. Non solo a livello di personaggi individuali (sono tratteggiate benissimo: dolci, irriverenti, buone, dispettose...) ma anche per quanto riguarda la trama delle loro storie. Ci sono fate di svariate nazionalità (tra cui cinesi e italiane, direttamente da Chinatown e Little Italy!) e sanguinose guerre tra clan...
Cosa dirvi? Io ho adorato tutto, ogni singola parola.
Consigliatissimo!
Che bello! *___* Non sono ancora riuscita a leggere nulla di Millar, anche se ho parecchi dei suoi libri in ebook (compreso questo). Mi hai fatto tornare la voglia di cominciare a recuperarmi qualcosa... tu cosa mi consigli: comincio da "Fate a New York", o prima cerco anch'io di leggere "Ragazze lupo"? :)
RispondiEliminaCiao Sophie! Ragazze Lupo è un po' più dark rispetto a questo... dipende da cosa ti va di leggere. Io ho iniziato con Ragazze Lupo e mi è andata bene, ma anche iniziare con questo non è una brutta idea *_* diciamo che è un po' meno pesante dell'altro!
Eliminaciao Gaia, possibile davvero che non conoscessi questo libro? devo rimediare e buttarmi in questa lettura il prima possibile viste le tue parole *_*
RispondiEliminaInfatti è sconosciutissimo, ed è proprio un peccato!
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