Titolo: L'allegria degli angoli
Autore: Marco Presta
Editore: Einaudi
Pagine: 255
Prezzo di copertina (flessibile): 12,00 €
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Lorenzo è un geometra, ma ha imparato a proprie spese che di geometrico a questo mondo c'è veramente poco. Le rette parallele, nella realtà, finiscono spesso per incontrarsi, e il quadrato costruito sull'ipotenusa, probabilmente in modo abusivo, non equivale mai alla somma dei quadrati costruiti sui cateti. Vive con la madre, circondato da un piccolo gruppo di amici, tra cui Massimo, pervaso da un'insana passione per gli articoli da bagno, e Fabio, detto "Il Tranquillizzatore" per la sua capacità di confortare tutti con prevedibili ma graditissime frasi di rito. Lorenzo è serenamente disperato, perché gli manca una cosa fondamentale: il lavoro. Così si piega a fare di tutto, persino la statua vivente in una piccola piazza del centro. Trasformandosi da mite geometra a faraone immobile, dal suo angolo comincerà a vedere il mondo. Osserverà il microcosmo che gli sfila davanti: turisti euforici, connazionali annoiati e un cane bruttissimo, ad esempio. E s'innamorerà, molto, di una ragazza che non fa proprio per lui, d'altra parte "all'interno d'ogni amore deve esserci un circuito stampato, fragile e complicato, che lo rende unico e incomprensibile". Piloterà nell'ombra qualche vita che gli è cara, nel frattempo. Ma soprattutto, alla fine, lui, proprio lui, messo all'angolo e spalle al muro, farà un gesto imprevisto che ha la forza di un'esplosione: uno di quei gesti che possono inaugurare una nuova vita.
Dunque! Per chi non lo sapesse, Marco Presta conduce (insieme ad Antonello Dose) il programma radiofonico Il ruggito del coniglio, che io adoro e che ascolto ogni volta che posso. È stata indubbiamente questa la ragione che mi ha spinta a leggere un suo romanzo, e ne sono contenta, perché anche se forse mi aspettavo qualcosa in più, si tratta comunque di un bel libro.
Comincio dicendo una cosa: la trama mente. Di "gesti imprevisti che hanno la forza di un'esplosione", neppure mezzo. E sì che l'ho aspettato per tutto il romanzo, questo famoso gesto.
La storia affronta un tema piuttosto triste, poichè vero nella società di oggi: Lorenzo, il trentenne protagonista, non riesce a trovare un lavoro nel campo in cui ha studiato, e così si ritrova a vivere con la madre e a fare qualsiasi lavoretto temporaneo che gli permetta almeno di comprare le sigarette. Incluso la statua vivente di un Faraone per le strade.
Seguiamo passo dopo passo tutto ciò che ruota intorno a questa decisione. I giorni precedenti, in cui Lorenzo si sente un peso per la madre, vorrebbe fare qualcosa di più concreto, ha paura di arrendersi alla sua condizione di disoccupato, mette da parte l'orgoglio a causa della disperazione. E poi il disagio di adattarsi a questo suo nuovo lavoro, un po' per mancanza d'esperienza nel campo, che di certo non lo aiuta ad affrontare la situazione, un po' per l'imbarazzo e il senso di sconfitta.
L'autore è però bravo ad affrontare questo argomento con la giusta dose di ironia, arricchendo la storia di piccole vicende divertenti e di personaggi di contorno molto simpatici e nel complesso ben caratterizzati (come il protagonista stesso).
Devo dire che in effetti la votazione non altissima è dovuta a due particolari: il primo è che ho trovato alcune battute e alcune similitudini davvero troppo forzate. Forse in radio funzionano, ma secondo me su carta un po' meno, e il secondo è stato il finale. Per tutto il romanzo ho sperato che accadesse una certa cosa (che non vi dico per non fare spoiler) e invece ne è accaduta un'altra di cui non sono stata per niente entusiasta :( ma qui, naturalmente, il gusto personale incide molto più che sul resto.
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