Un frammento di... Piccole donne - #2

[Questa Rubrica nasce prendendo ispirazione da quella di Giusy su Divoratori di Libri. Ogni tanto vi proporrò una citazione da uno dei libri che ho letto, che mi ha colpita particolarmente :)]

Ciao a tutti!

La fiera Più Libri Più Liberi è nel pieno dell'attività, e così anche io! Dunque come potete immaginare ho poco tempo e ne approfitto per riproporvi questa rubrica soprannominata da me "tappabuchi" :P

Il frammento di oggi è tratto da un classico che quasi ogni ragazza ha letto e che io stessa ho addirittura riletto un paio di volte.

Un frammento di... "Piccole donne" di L.M. Alcott

Quella stanza polverosa e avvolta nella penombra, con i busti che la guardavano dall'alto degli scaffali, le comode poltrone, i mappamondi e soprattutto quella distesa sconfinata di libri in cui poteva vagare a suo piacimento, facevano della biblioteca un luogo di delizie per lei. Quando la zia si appisolava o riceveva visite, Jo correva in quel rifugio appartato e, accoccolata su una grande poltrona, divorava libri di poesia, romanzi di avventura, di storia e di viaggi, e libri illustrati, come un vero topo di biblioteca. Ma, come ogni felicità, la sua era di breve durata perchè, proprio quando era sul più bello della storia o alle prese con il verso più toccante di una poesia o l'avventura più emozionante, una voce stridula la chiamava "Josephine! Josephine!" e lei doveva abbandonare il suo paradiso.

Jo e le sue sorelle - Illustrazione di Dani Jones

I libri che ci insegnano ad amare i libri *_*
Quante volte mi sono sentita come Jo March! E voi? :)