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lunedì 23 novembre 2015

Recensione: "Miss Jerusalem" di S. Yishai-Levi


.Miss Jerusalem.
di Sarit Yishai-Levi


Grazie mille alla Sonzogno per avermi inviato una copia di questo romanzo!

bellissimo

Titolo: Miss Jerusalem
Titolo originale: The Beauty Queen of Jerusalem
Autore: Sarit Yishai-Levi
Editore: Sonzogno
Pagine: 496
Traduzione: O. Bannet e R. Scardi
Prezzo di copertina (flessibile): € 19,00
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Chioma rossa, incarnato candido e delicato, Miss Jerusalem, la ragazza più bella di Gerusalemme, è nata in una notte tersa, illuminata da una splendida luna, di cui ha preso il nome. Figlia di Gabriel Hermosa e di Rosa, si è sempre sentita diversa da tutte le altre: fi n da ragazzina voleva vivere dentro un film e, come una diva di Hollywood, essere circondata da ammiratori, frequentare i locali dove si balla il tango e si sorseggia caffè dentro tazzine di porcellana. Agli inizi del Novecento, durante il mandato britannico, Luna cresce allegra, viziata e vezzeggiata dalle sorelle e da tutta la famiglia, discendente di un’antica stirpe di ebrei sefarditi. Papà Gabriel ha ereditato un delicatessen e, nonostante le bizze di Luna - che di stare in bottega proprio non ne vuole sapere -, lo ha trasformato in fonte di ricchezza per sé e le tre adorate figlie. Ma l’epoca non asseconda la spensieratezza. Finita la Seconda guerra mondiale, in Palestina divampano i conflitti che condurranno alla nascita dello stato di Israele: prima la lotta contro gli inglesi, poi la guerra contro gli arabi impegnano le passioni e la vita dei giovani più ardenti. La situazione precipita velocemente, trascinando con sé la fortuna degli Hermosa e i sogni della bella Luna. Negli anni Settanta, sarà la giovane e ribelle Gabriela a raccontare vicissitudini, segreti e menzogne degli Hermosa, facendo rivivere la leggenda della madre, la fascinosa Miss Jerusalem, contesa da tutti gli uomini della città e costretta a sposare un uomo che non la ama. Sullo sfondo delle tragiche vicende del secolo scorso, una saga ricca di passione, colore e sentimento, che raccoglie quattro generazioni di donne coraggiose e instancabili, ma anche chiassose e melodrammatiche, tipicamente sefardite, il volto forse meno noto del popolo ebraico.



Si tratta di un libro molto complesso, quindi non è facile parlarne.
La storia ruota intorno a quattro generazioni di donne, le donne della famiglia Hermosa di Gerusalemme.
La voce narrante è l'ultima nata, ormai già una donna, Gabriela. Attraverso il racconto di Gabriela conosciamo la vita della bisnonna Merkada, della nonna Rosa, della madre Luna e delle zie Rachelika e Beki. I loro sogni, i loro uomini, i loro amori, la loro sofferenza.


Mia nonna Rosa mi ha raccontato che le donne Hermosa sono maledette. Gli uomini che loro amano non le vogliono, e viceversa. -Gabriela

Si tratta di un'analisi approfondita. Ambientazione e atmosfera sono rese bene, ma naturalmente il punto forte del romanzo sono i personaggi, caratterizzati alla perfezione. Personalmente li ho detestati quasi tutti, ma in senso buono! Semplicemente, sono realistici, e questo significa anche pieni di difetti.

Ammetto di non essere molto informata su Gerusalemme e sulla cultura ebraica, ma grazie a questo libro e alla famiglia Hermosa ho imparato molte cose. Non mi sorprenderebbe scoprire che si tratta di un'autobiografia non romanzata, invece di un romanzo inventato, perché se dovessi scegliere una parola con cui descriverlo, direi vero

Si toccano tanti argomenti. L'amore, il rispetto, la guerra, la paura, la sopportazione, il dolore. Credo che l'autrice, con il suo stile appassionante, abbia fatto un ottimo lavoro, anche se alcune parti erano un po' confuse sul piano temporale. Comunque nulla di grave o di disturbante.
Non me la sento di continuare a parlarvene in questa sezione. Per approfondire il mio punto di vista ho bisogno di spiegarvi meglio cosa succede, per cui proseguo nella sezione con spoiler. Aggiungo solo che ha perso una stellina nella mia valutazione perché ho trovato alcune parti superflue, quasi noiose (ma sono veramente poche). E perché il finale mi è parso un po' frettoloso, nonostante sia bello.







Dunque. Andiamo con ordine. Parliamo di Merkada, la prima donna Hermosa con cui inizia questa storia. Giovanissima, è stata costretta a sposare Rafael, che l'ha sempre rispettata, ma mai amata veramente. Avrei dovuto provare simpatia per lei, compatirla, e invece l'ho odiata profondamente. Ha spinto il figlio Gabriel a rinunciare all'amore, lo ha ingiustamente incolpato della morte del marito, insomma, diciamo che gli ha rovinato l'esistenza (e non solo a lui).


Non aveva mai mentito a sua madre, ma cosa le poteva dire? Ho seguito gli occhi azzurri di una ragazza ashkenazita e ci sono annegato dentro? -Gabriel

E Gabriel Hermosa, costretto a sposare Rosa, una ragazza per cui non provava nulla, a malapena l'ha rispettata, l'ha sempre disprezzata per le sue origini, per la sua bruttezza, per la sua ignoranza. Anche lui non l'ho trovato particolarmente simpatico.
E cosa dire di Rosa? Per certi versi mi ha intenerita, mi ha fatto pena la sua esistenza in compagnia di Gabriel, ma dall'altro a volte si è comportata proprio da stupida, e del bruttissimo rapporto tra lei e la sua primogenita non posso sicuramente incolpare solo la figlia.

Rachelika e Beki, le due figlie minori di Rosa, invece, mi sono piaciute moltissimo. Entrambe simpatiche, entrambe in gamba e coraggiose, piene d'amore e sì, anche fortunate. Sicuramente sono loro due i miei personaggi preferiti di tutto il romanzo, insieme ai loro mariti. L'affetto e la devozione verso la loro famiglia mi ha colpita molto.
E poi abbiamo Luna, figlia maggiore di Gabriel e Rosa, testarda, viziata, irrispettosa, superficiale, semplicemente antipatica. Pensava di aver trovato il principe azzurro nel bel ragazzo David, e invece anche lei si è ritrovata in un matrimonio senza amore, ma la vita ha avuto in serbo altro, per lei. Luna è la prova vivente che in seguito a qualsiasi disgrazia non bisogna perdere la speranza.


"Amore non è andare con una ragazza al cinematografo, a ballare, o nei caffè. Amore non è andare in bicicletta e la notte fare sesso senza essere sposati, con solo un muro fra voi e la stanza dei genitori. [...] Sai cos'è l'amore, David?" ha sussurrato Moise. "Amore è scegliersi una moglie che sarà l'amica di una vita, una donna con cui vuoi trascorrere il resto dei tuoi giorni, che metterà al mondo i vostri figli. Amore è vivere insieme. Andare al lavoro, portare a casa lo stipendio, crescere i figli, questo è amore."

Peccato che Luna abbia trascurato la figlia sua e di David, Gabriela. Non l'ha mai desiderata e non è riuscita a dimostrarle l'amore che meritava. Avrei voluto fosse dedicato più spazio a lei, voce narrante, e al suo lieto fine. Davvero un peccato il finale quasi frettoloso, quella di Gabriela è una delle storie più interessanti.





Consigliatissimo! :)



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