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mercoledì 18 marzo 2015

Recensione: "Una sera a Parigi" di N. Barreau



.Una sera a Parigi.
di Nicolas Barreau 


                                       
bello 

Titolo: Una sera a Parigi
Titolo originale: Eines Abends in Paris
Autore: Nicolas Barreau
Editore: Feltrinelli
Pagine: 251
Traduzione: M. Pesetti
Prezzo di copertina (flessibile): 9,00 €
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In una piccola strada di Parigi, percorrendo rue Bonaparte fino a scorgere la Senna e girando due volte l'angolo, si trova un luogo incantato: il Cinéma Paradis. È questo il regno di Alain Bonnard, l'appassionato e nostalgico proprietario del locale. Ed è qui che ogni mercoledì, al secondo spettacolo, va in scena "Les amours au Paradis", una rassegna dei migliori film d'amore del passato. In quelle sere il Cinéma Paradis è avvolto da una magia particolare: regala sogni, come recita il poster appeso in biglietteria, sopra alla cassa antiquata. La piccola folla di habitué si abbandona volentieri sulle vecchie poltroncine di velluto per farsi rapire dal fascino del grande schermo. Ma da quando al secondo spettacolo partecipa anche una certa ragazza, è Alain a sognare più di tutti. Cappotto rosso, sorriso timido, siede sempre nella stessa fila, la numero diciassette. Poi, non appena in sala si riaccendono le luci, si allontana solitaria nella notte parigina. Chi è? E qual è la sua storia? Finalmente Alain trova il coraggio di invitarla a cena. È una serata perfetta e in più, poco dopo, accade un altro fatto eccezionale: un famoso regista americano annuncia di voler girare il suo prossimo film proprio dentro al Paradis, con protagonista la bellissima e inavvicinabile Solène Avril. Alain è fuori di sé dalla gioia. C'è solo una cosa che lo preoccupa: la misteriosa ragazza con il cappotto rosso sembra scomparsa dalla faccia della terra. Che sia solo una coincidenza?



Dopo molto tempo ho finalmente letto questo terzo libro di Barreau che, come i precedenti due non posso far al meno di descrivere come molto francese xD Sono stata per breve tempo a Parigi e  non l’ho certamente visitata con la massima attenzione ma molti dei nomi citati dall’autore mi hanno ridestato dei ricordi, alcuni più nitidi, altri un po’ sbiaditi, ma tutti ben supportati dalle sapienti descrizioni di Barreau che durante tutto il romanzo porta il lettore in una specie di tour virtuale della città, attraverso quartieri e locali più o meno famosi. Anche questo terzo libro, come gli altri due, si caratterizza per un’aura di mistero e una sorta di caccia al tesoro, Alain, protagonista del romanzo, passa la maggior parte del tempo a rincorrere una donna che ha visto di sfuggita per mesi e con cui ha trascorso una sola serata ma di cui si professa profondamente innamorato. Ecco, riprendendo quanto è uscito da una conversazione con una mia amica proprio su questo autore si può dire che Barreau sia effettivamente “sdolcinato” quindi consiglio vivamente a chi non ama questo genere di romanticismo un po’ portato agli estremi di non avvicinarsi alle sue opere. Nel romanzo incontriamo una serie di personaggi che contribuiscono ognuno a loro modo ad aiutare Alain nella sua caccia a Mélanie, la donna dei suoi sogni. Spiccano tra tutti l’amico astrofisico Robert, super razionale innamorato delle donne e sempre ottimista, il regista Allan Wood (copia mica tanto sottile di Woody Allen ma che strappa comunque un sorriso)  e la splendida diva Solèn Avril, maliziosa, tenera e tormentata.

Forse è proprio Mélanie, la donna tanto amata, il mistero, quella che conosciamo meno, è perennemente nei pensieri del nostro protagonista ma noi la vediamo solo di sfuggita, tanto da arrivare a chiederci, così come Alain, se non ce la siamo immaginata. In questo romanzo inoltre aleggia per me un’aura di passato, sarà il vecchio cinema d’essai, sarà che Mélanie lavora da un antiquario e non  fa mistero di amare gli oggetti antichi, ma più di una volta, alla menzione di internet o di uno smatphone mi sono trovata a chiedermi << E questi oggetti che ci fanno qui? Sono fuori contesto!>> per poi rendermi conto che in realtà la storia è ambientata ai giorni nostri. Barreau riesce anche questa volta a confezionare un romanzo ricco di colpi di scena, mistero e quella magia incantata che è tanto bravo a far trasparire dalle sue parole. Sinceramente per me l’autore non è ancora riuscito a superare quanto creato con il suo primo romanzo “Gli ingredienti segreti dell’amore”, ma devo dire che anche questa si è dimostrata una bella lettura, scorrevole e avvincente.
Lo consiglio sicuramente a chi vuole perdere un pò di ore tra le strade di Parigi in compagnia di un inguaribile romantico e della sua effimera amata, senza paura di scivolare nella sdolcinatezza.
                             

3 commenti:

  1. Che carino che è questo romanzo! Io non sono un'appassionata del genere e a tratti mi è sembrato infatti eccessivamente stucchevole e poco credibile, ma... mi ha colpita appunto per l'atmosfera parigina così fiabesca e per la delicatezza della storia, in più mi è piaciuta la scelta di far girare un libro d'amore attorno al mondo del cinema d'essay! Perfetto per sognare :3

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    1. Ciao Giorgia! Effettivamente Barreau è veramente bravo a creare queste atmosfere fiabesche, ti consiglio il suo primo romanzo se non lo hai ancora letto :)

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    2. No, mi manca! Una mia amica lo ha letto, magari me lo faccio prestare :3

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