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domenica 1 giugno 2014

Recensione: "Che pasticcio, Bridget Jones!" di H. Fielding



.Che pasticcio, Bridget Jones!.
di Helen Fielding


sconsigliato

Titolo: Il diario di Bridget Jones
Titolo originale: Bridget Jones the Edge of Reason
Autore: Helen Fielding
Editore: Rizzoli
Pagine: 396
Traduzione: M. Maioli
Prezzo di copertina (flessibile): 9,90 €
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La vita della single trentenne Bridget Jones è completamente cambiata: fidanzata con Mark Darcy, l'uomo dei suoi sogni, ha finalmente vinto la battaglia contro la bilancia. Innamorata e dimagrita, Bridget scopre ben presto che la convivenza logora persino le relazioni più romantiche. Non le resta che ricorrere ai manuali di self-help, alla scorta di sigarette e allo Chardonnay in frigo, soprattutto quando all'orizzonte compare Rebecca, filiforme, alta, elegantissima e decisamente troppo interessata a Mark. Un brillante spaccato del mondo femminile scritto con lo stile spumeggiante che contraddistingue Helen Fielding, "Che pasticcio, Bridget Jones!" è il graditissimo ritorno di una delle eroine moderne più amate degli ultimi anni.




Premessa: non ho visto il film.

Praticamente, il mio giudizio è identico a quello del primo volume, che trovate qui.
Anche stavolta le 2 stelle (su 5) ci sono soltanto perchè ogni tanto ci sono state battute che mi hanno fatta ridere di gusto e quindi il romanzo non mi ha fatto proprio schifo.
Il problema è che mi ha annoiata a morte! Dopo averne lette tre pagine di fila già mi scocciavo di leggere la quarta.
Anche quando l'autrice ha cercato di dare un pizzico di movimento e simpatia, secondo me ha fallito alla grande. Prendo come esempio l'intervista a Colin Firth. Decisamente troppo lunga e divertente in pochissimi punti.
La conta delle calorie, di sigarette, alcolici, peso, etc etc stavolta non l'ho letta nemmeno all'inizio, passando direttamente al paragrafo di diario.

Ma la pecca più grande di questo romanzo (e del primo) secondo me sono i personaggi, a cominciare dalla protagonista.
Bridget è stupida. Ma non come Becky Bloomwood (I love shopping) che è molto ingenua ma allo stesso tempo simpatica e adorabile (come quasi tutte le protagoniste dei romanzi della Kinsella). Bridget l'ho trovata ingenua in una maniera odiosa.
I personaggi secondari non sono da meno in fatto di stupidità. Li prenderei volentieri tutti a schiaffi. In questo volume non salvo proprio nessuno! 
Di sicuro, non leggerò il terzo libro della serie!



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