Titolo: Il club dei filosofi dilettanti
Titolo originale: The Sunday Phylosophy Club
Autore: Alexander McCall Smith
Editore: TEA
Pagine: 263
Traduzione: G. Garbellini
Prezzo di copertina (flessibile): 8,50 €
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Per la colta e raffinata Isabel Dalhousie,
fondatrice del Club dei filosofi dilettanti di Edimburgo, una serata all’opera
è sempre un momento di riposo e serenità. Ma quando un giorno, al termine di
una rappresentazione, vede un giovane precipitare giù dal loggione, intuisce
che quella caduta non è affatto accidentale, come invece la polizia vorrebbe
far credere. Dotata di grande sensibilità e di senso morale, Isabel da perspicace
filosofa si trasforma immediatamente in investigatrice. Aiutata dalle persone a
lei più care- Cat, l’adorata nipote,
Jamie, l’affascinante ex fidanzato di Cat e Grace, la fedele governante- Isabel
indaga e scopre che dietro le suggestive atmosfere e gli splendidi paesaggi
urbani di Edimburgo si celano tensioni e appetiti, tanto voraci quanto immorali
…
Parto subito con il dire che questo libro mi ha
suscitato emozioni contrastanti. La prima cosa che mi ha attratto, devo
ammetterlo, è stata la copertina, che trovo bellissima e ricca di particolari
che ad una prima occhiata possono sfuggire, come la decorazione sulla teiera
che riproduce l’evento scatenante della narrazione. Ma si sa, una bella copertina
non è sempre sinonimo di una bella storia, anzi, di solito le cose non combaciano quasi mai. Le
emozioni che mi ha suscitato questo romanzo sono state per me un po’ come un
giro sulle montagne russe, la dinamicità di alcuni scambi di battute viene smorzata
dalle pagine in cui la protagonista, tenendo fede alla sua professione di
filosofa e redattrice della rivista di etica applicata, si dilunga su
riflessioni di carattere etico, in particolar modo riguardanti il tema della
verità e la necessità o meno di dirla ad ogni costo. Le riflessioni sono ben
inserite all’interno della narrazione, e quindi non risultano troppo tediose o
superflue, ma tendono a frenare il racconto e questo, unito ai frequenti
riferimenti ad autori di vari ambiti della cultura scozzese a me sconosciuti,
ha fatto si che la lettura procedesse un un po’ a rilento. I personaggi sono
però in linea di massima simpatici, Isabel, donna di classe ed elegante sempre
persa nelle sue riflessioni di etica, Cat, la giovane nipote a quanto pare alla
ricerca del vero amore attraverso la collezione di uomini sbagliati, Jamie, il
fagottista ex fidanzato di Cat che continua a ruotare intorno alla strana
famiglia della ragazza e soprattutto Grace, la governante schietta e all’antica
con una particolare propensione a giudicare le persone da una sola occhiata.
Verso la fine del libro, prima delle ultime dieci pagine, ero quasi certa che
l’autore avesse sprecato una buona occasione, ma alla fine, proprio sulle
battute finali, le cose si rivoltano di nuovo. Credo fondamentalmente che la
cosa che abbia contribuito alla mia opinione incerta sia la definizione
forviante di giallo. Non lo è a mio parere. Isabel è curiosa, più per una
questione etica-morale che per puro amore per il mistero e questo traspare nel
proseguimento del romanzo. Credo che leggerò gli altri libri di questa serie,
ma più per curiosità verso il proseguimento delle vicende personali dei
personaggi che per altro. Tutto sommato è una lettura leggera, consigliata a
chi vuole provare un giallo un po’ atipico con personaggi particolati e
divertenti ed alcuni spunti di riflessione di carattere etico interessanti.
io avevo letto Il piacere sottile della pioggia e anche a me ha lasciato un po' dubbiosa la definizione di giallo!
RispondiEliminaSono felice di non essere l'unica che ha avuto qualche dubbio xD
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